(di Mario GUIDO)
Dieci giorni, circa, ci separano dalla celebrazione del 12° anniversario della santificazione di Sant’Umile da Bisignano, proclamata dal Papa, San Giovanni Paolo II°, il 19 maggio 2002 e tantissimi giovani che fanno parte del Circolo “Amici di Sant’Umile” si stanno adoperando per ricordare a tutti il fausto evento che, per certi versi, sembra che sia stato dimenticato.
Infatti, attraverso il web, molti di questi giovani lamentano la mancanza d’iniziative valide a rilanciare il messaggio spirituale del Santo e a diffonderne la conoscenza in Italia e nel mondo. Il circuito del turismo religioso non ha mai toccato il Santuario di Bisignano che, per altro, è ancora privo dei servizi e delle infrastrutture indispensabili all’accoglienza dei pellegrini e che sono, pure, in via di realizzazione, ma non ancora ultimate.
Sono così rare le visite dei fedeli e la stessa partecipazione ai riti religiosi domenicali e festivi non è molto assidua. Tutto ciò può dipendere dalla mancanza di fede, ma nel caso specifico sono tante le cause che hanno impedito, finora, un adeguato decollo del Santuario di Sant’Umile. Tra queste è bene ricordare i dissapori manifestatosi all’epoca della Santificazione tra le istituzioni interessate.
Ma la causa predominante per tutti i disagi che si vivono nel complesso religioso, è rappresentata, soprattutto, dalla chiusura della Chiesa e del Convento determinate dal dissesto idrogeologico che ha interessato un versante della collina su cui insiste il complesso religioso da circa otto secoli. E così, per tre lunghi anni, chiesa, convento e santuario sono rimasti chiusi e abbandonati anche dalla famiglia francescana che ne cura gli interessi da sempre.
Oggi le cose sono parzialmente cambiate, i Frati dell’OFM sono ritornati a vivere nel convento; i riti religiosi si celebrano nel chiostro trasformato in cappella e l’attività pastorale è ripresa in qualche modo. Tardano, purtroppo, gli interventi programmati per mettere in sicurezza il versante a causa dei mali della burocrazia e di una politica regionale non sempre attenta e adeguata ai bisogni.
A proposito del Santuario, pur essendo stato escluso dagli ultimi finanziamenti dello Sato, esiste ed è stato già approvato il progetto esecutivo dei lavori di messa in sicurezza, come pure i fondi per un milione e cento mila euro, sono stati stanziati nell’accordo di programma datato 2011; ma manca l’appalto e il relativo affidamento dei lavori. A questo punto è necessario un miracolo da parte di Sant’Umile!.