(di Rosario LOMBARDO)
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Clik here to view.È soprattutto in fila che il bisignanese tipo da tutto il meglio di se. Fila per modo di dire, s’intende. Più che altro un assembramento, la calca, un sit-in, un picchettaggio sotto mentite spoglie.
Davanti alla cassa del supermarket superaffollato, alla posta o davanti allo sportello di qualsiasi altro ufficio specie se pubblico, in banca, dal medico. Ticket in mano, mollemente assittatu o all’in piedi (ad esempio nel bunker del CUP di Collina Castello) lo sguardo perso, smorto, fisso sul numero del display che proprio non si decide a scattare.
C’è chi va avanti indietro e chi ‘i scuollu i scuollu s’attarda, scodinzolando appresso al primo impiegato o facente funzione che acciuffa al volo: — vi vulissa diri… C’è chi si recita il rosario per paura d’arrivare tardi, impacciato o male in arnese, davanti al dio creatore in persona. C’è chi s’acquatta pronto ad approfittare della prima distrazione. C’è chi sgrana gli occhi in cerca d’un appiglio, d’un santo cui votarsi. C’è chi (s)parla, chini gala, chi si spazientisce, chi si gratta, chi, a torto o a ragione, se la piglia coll’impiegato sventurato e chi con che c’è l’ha messo lì l’imbranato.