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Un dipinto per il "Museo della Memoria"

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(di Mario GUIDO)

Nel contesto delle varie manifestazioni che in questi giorni si sono svolte per celebrare la “Giornata della memoria” istituita per dare concretezza allo slogan “ricordare sempre, ripetere mai” che vuole essere un invito a ricordare per condannare le atrocità commesse dal nazismo ai danni degli ebrei durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale, occorre anche ricordare il ruolo che la comunità di Bisignano ha avuto dal 1939 al 1943 nella gestione del Campo di concentramento di Ferramonti che, se anche faceva parte del territorio del comune di Tarsia, era pur sempre confinante e strettamente legato a quello di Bisignano.

E’ abbastanza nota la vicenda dei rapporti umani e sociali che la gente di Bisignano intratteneva assiduamente con i prigionieri di Ferramonti, più di tutti i contadini che ogni giorno oltrepassavano il fiume Crati per recarsi a coltivare i campi nelle zone che circondavano la baraccopoli del Campo. Anche i parroci avevano contatti con prigionieri di Ferramonti per ogni necessità inerente il loro ministero.


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